Eruzioni del 1971
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Durante l'eruzione del 1971, protrattasi per 69 giorni, furono emessi 75 milioni di m3 di lava da numerose bocche distribuite sia sul lato Nord-orientale che su quello meridionale del vulcano, tra quota 3.050 e quota 1.800 m.
Il fronte della colata uscita dalla bocca più bassa raggiunse, in un mese, i 600 m di quota.
Nel marzo del 1971 la neve che ricopriva la cima dell'Etna cominciò a sciogliersi proprio nell'area in cui ebbe inizio l'eruzione. Nello stesso tempo, il Cratere di NE, che da anni era interessato da attività esplosiva, improvvisamente divenne inattivo.
Il 5 aprile, a 3.000 m di altezza, si aprirono sul fianco Sud del Cono Sommitale due fessure lunghe circa 100 m, radiali rispetto al Cratere Centrale. L'eruzione iniziò con una fase esplosiva lungo queste due fessure, ove si formarono la Bocca di Vulcarolo (3.050-3.000 m) e la Bocca dell'Osservatorio (2.985-2.975 m).
L'accumulo di scorie incandescenti generò dei conetti (spatter) dalla cui base cominciarono a fuoriuscire le colate laviche. Il 17 aprile il flusso di lava ricopriva, ormai, 1 km2 di terreno.
Il 22 aprile sopra la Bocca dell'Osservatorio, a quota 3.500, si aprì un'altra bocca eruttiva (Bocca Ovest).
Il 30 aprile la colata, ulteriormente avanzata, distrusse l'Osservatorio, la Stazione della Funivia e numerosi piloni dell'impianto.
Il 4 maggio, mentre la prima fase dell'eruzione volgeva al termine, si susseguirono forti esplosioni e si generarono colonne di fumo a Nord- Est di Torre del Filosofo.
Intorno a 3.100 m di quota, un sistema di fratture si diramò dal Cono Sommitale verso il fianco orientale e fu registrata attività esplosiva da una nuova bocca (Bocca Est) apertasi a 2.915 m s.l.m.