Partenza dal
punto base per l'escursionismo sull'Etna Numero 16, case Pietracannone, punto che, anche se attualmente risulta poco curato e non accessibile perchè chiuso, da questa zona è possibile scoprire sicuramente uno dei luoghi più caratteristici del territorio Etneo, sia per la storia della zona, come vedremo, le colate che si sono susseguite negli anni e che hanno minacciato più volte i centri abitati più a valle, come Milo e Fornazzo, sia per i punti d'interesse naturalistici tra cui
due alberi plurisecolari oltre che, il costante e splendido sfondo dei crateri sommitali e della valle del bove unita al panorama della costa ionica.
Proseguendo per il sentiero in direzione
monte Fontane ci immergeremo in bosco di castagni e superandolo incontreremo la colata generatasi nel 1979 nei pressi di Monte Simone, riversata costeggiando la parete settentrionale della Valle del Bove e stringendosi proprio nello stretto canalone di Pietracannone.
Superata questa, inizia la piccola salita per monte Fontane, la vegetazione del luogo è caratterizzata da un
fitto bosco di castagno e pometi di una tipica varietà etnea, i puma cola, coltivata tra i 700 e i 1500 metri, dopo un piccolo tragitto l'arrivo allo splendido
Cerro di Monte Fontane, meraviglioso e maestoso albero, la più grande quercia presente sull'Etna, il suo fascino è veramente suggestivo, dopo una breve pausa si continua fino al
punto panoramico in cima al monte, con ampia veduta sulla valle del bove e con la bella vista del monolito di Rocca Musarra residuo di vecchi collassamenti craterici interni alla valle.
Il percorso continua ritornando sulla colata del 1979, nelle vicinanze di una costruzione denominata casa fichera, abbracciata letteralmente dalla lava, per poi iniziare la risalita per
monte cerasa, in passato un cono eruttivo principale presente all'interno della valle del bove, poi collassato, questa parte del sentiero è immerso nella natura, caratterizzato da vegetazione quali, il castagneto, la ginestra, il cerreto, la pineta e le incantevoli isole di pioppo tremulo(populus tremula).
Superata la zona si continua la salita verso
monte scorsone, con il suo punto panoramico, fino a
monte rinatu, cratere avventizio più giovane rispetto ai precedenti, con la vegetazione ancora poco presente, soprattutto caratterizzato da arbusti e piante colonizzatrici delle lave, e dove si raggiunge il punto più alto di tutto il percorso,
uno splendido panorama, da un lato sulla valle del bove e cratere sommitali, dall'altro con giornate limpide si riesce a coprire anche la splendida costa ionica da Taormina a Siracusa, fino ad arrivare alla costa Calabrese.
Inizia così la discesa, direzione trofa du camperi dopo aver attraversato parte del
bosco della cubania, una grande pineta che in passato veniva ben sfruttata dagli abitanti della zona, per la legna, che poi veniva trasportava a valle, utilizzandola per gli usi più svariati, il vulcano era una grande risorsa per gli etnei di un secolo fa.
Superata la zona della Tacca lepre,
Niviera all'interno del bosco ormai quasi totalmente colonizzata dalla natura, dove in passato, la neve caduta in inverno veniva compattata per essere preservata dai raggi del sole con fogliame di castagno e rami di ginestra, e trasportata nei mesi estivi, a cubi intagliati con un attrezzo tagliente detto falancuni e poi caricata sul dorso dei muli dentro sacchi di iuta ricoperti di fronde come materiale isolante per rallentarne lo scioglimento.
Attraversata la
colata del 1971, generata da diverse fratture tra cui una in contrada Serracozzo, che minacciò i paesi di S.Alfio e Fornazzo per arrestarsi a 600 m di quota, arriviamo alla zona pianaggiante, il
bosco della cerrita, dove risalta subito alla viste la faggeta con la suggestiva
Trofa du Camperi, imponente faggio a ceppaia, di enorme fascino, uno splendido capolavoro secolare di Madre Natura alle pendici dell'Etna.
Il ritorno al punto di partenza, per il nostro sentiero ad anello, si conclude dopo aver attraversato la visibile
casa del fanciullo, ex-colonia estiva religiosa, oggi abbandonata, e la
casa paternò castello, edificio che apparteneva ad una famiglia nobiliare che veniva utilizzata come deposito per la legna, ed oggi ristrutturato dal corpo forestale, superata continuando la discesa su antichi basolati lavici, che ricordano l'importanza del sentiero nel passato, il facile ritorno per l'arrivo al
rifugio Pietracannone.
Il Sentiero può anche essere suddiviso su più tappe per visitatori meno allenati, con percorsi più brevi, per la visita di solo alcuni punti di interesse d'interesse, come il
Cerro di monte Fontane e la
Trofa du Camperi.